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Philosophy for Children
P4C
Il corso è realizzato dal Dipartimento di Pratiche filosofiche e Filosofia Applicata dell’Istituto Superiore di ricerca e formazione in Filosofia, Psicologia, Psichiatria ISFiPP e Professional ISFiPP Club
www.sscf.it | www.isfipp.org

La Philosophy for children (P4C) è una disciplina nata all’interno del vasto movimento internazionale delle Pratiche Filosofiche. Queste sono volte non al semplice insegnamento ai ragazzi della Filosofia, bensì alla sua stessa pratica: filosofare permette a ciascun alunno di capire, sulla propria pelle, che cosa sia la Filosofia e come essa sia, in fondo, appannaggio di ogni uomo in quanto essere pensante.
P4C è un progetto educativo nato negli Stati Uniti intorno agli anni ’70 ad opera di Matthew Lipman, docente di logica e filosofia. Essa si regge sul modello metodologico della comunità di ricerca, ed è dedicata ai bambini a partire dai 4-5 anni sino all’età adolescenziale.
L’idea iniziale è quella della comunità di ricerca, in cui ogni partecipante può calarsi nei panni del ricercatore-filosofo per indagare, confrontandosi con i compagni, un tema-oggetto di riflessione, mediante la moderazione di un filosofo-facilitatore. Il fine è quello di smuovere al pensiero critico e autonomo le giovani menti, lottando contro il pregiudizio e favorendo la vita comunitaria, fondata – per essere democraticamente funzionale – sul rispetto del pensiero altrui, sulla capacità di ascolto e sul senso di responsabilità delle proprie assunzioni autonome di pensiero. Uno degli intenti sociali ed educativi che, difatti, Lipman spesso sottolinea nelle sue opere, è proprio la formazione del “buon cittadino”, che sappia vivere scoprendo e tenendo conto dei valori civili della convivenza sociale. A tal fine, la classe, spazio di svolgimento delle sessioni, ha un setting circolare nella disposizione dei posti dei partecipanti (a sottolinearne l’uguaglianza) e diventa un luogo di ricerca intorno a un tema prestabilito, in cui ogni alunno abbia libertà di parola e di espressione del proprio pensiero, in cui si seguono delle precise regole espositive: rispetto per l’opinione altrui, la sospensione del giudizio, la consapevolezza della dignità di ogni singolo individuo, l’ascolto attivo, l’accettazione della diversità, etc.


Le sessioni
di P4C
sono monitorate da un filosofo-facilitatore che, dopo aver dato il via alla sessione, ha quasi il compito di scomparire, per consentire la libera espressione del pensiero degli alunni. Suo compito è, comunque, anche quello di sottolineare eventuali fallacie logico-argomentative, oltre che di far rispettare le suddette regole della comunità di ricerca.
La tecnica, dunque, che sta alle spalle del facilitatore è mutuata dalla maieutica socratica: Socrate, difatti, non faceva che tirar fuori ciò che era già presente in ogni interlocutore (proprio come la maieusis, ossia l’arte della levatrice, prevede), aiutandolo a conoscere se stesso e ad acquisire un proprio consapevole e personale punto di vista.

Tale approccio relazionale si distingue dalla classica relazione docente-discente, cui gli studenti sono soliti, consentendo loro parresia e infondendo senso di responsabilità nei confronti delle proprie asserzioni, che devono essere opportunamente argomentate, come è pertinenza del filosofo sollecitare.
Il filosofo
vigila sull’andamento della riflessione, senza tuttavia mai spingerla in alcuna direzione specifica, affinché essa sia sempre aperta e caratteristica di quell’unica e irripetibile realtà di cui la classe e i suoi membri sono portatori; la comunità tenderà, con la prosecuzione delle sessioni, ad auto-regolamentarsi.

Piuttosto che trasferire contenuti, il filosofo accompagna i membri della sessione alla scoperta di possibili risposte, aiutandoli a prendere consapevolezza del proprio personale punto di vista sulle questioni e sui temi oggetto della comunità di ricerca.

Obiettivi
P4C
Il percorso della P4C aiuta ogni singolo partecipante a esprimere in maniera autonoma e responsabile il proprio pensiero, al di là delle stereotipie e dei pregiudizi che, spesso, impediscono la possibilità di rintracciare un personale punto di vista sulle questioni. Tale obiettivo si persegue mediante il racconto di esperienze individuali da parte di ogni membro della comunità di ricerca, esperienze che verranno integrate, commentate, messe al vaglio dagli altri interlocutori, non tanto al fine di rintracciare una Verità assoluta e dogmatica cui il pensiero individuale si dovrebbe appiattire, bensì di cogliere – vivendolo in prima persona – il senso del fare-filosofia: la ricerca infinita, mai paga dei risultati, consapevole dell’inesauribilità di ciò cui tendiamo, ossia la Sapienza.
La meraviglia è il motore su cui fa leva il facilitatore/filosofo, quella stessa meraviglia da cui – come ben sosteneva Aristotele – nasce il pensiero e l’interrogarsi sulle cose, quello stesso stupirsi di fronte al mondo in cui i bambini riescono tanto bene.


What is
Philosophy for?
Perchéla filosofia ci aiuta a vivere meglio?
La filosofia ci rende persone più sagge. Come? Aiutandoci a correggere almeno 5 cattive abitudini. Lo spiega in questo video lo scrittore svizzero Alain De Botton.
De Botton è un presentatore televisivo, imprenditore culturale e saggista. Ha fondato The school of life. Si occupa di cultura e storia del pensiero sottolineando il loro valore per la vita quotidiana.

Filosofare con
Bambini e Adolescenti
Estratto dal Seminario estivo SSCF - SICoF 2013, "Metodi e strumenti del counseling filosofico nell'età evolutiva: filosofare con bambini e adolescenti"
Prof. Claudio Calliero - Counselor Filosofico
Un'esperienza di analisi delle domande e dei pensieri filosofici
IN THE WORLD Philosophy for Children